Territorio

Bertinoro e le sue colline: terra dell'ospitalità, della tradizione viticola e del buon vivere, un paesaggio unico tra l'Appennino e il mare. Un territorio tutto da scoprire.


Il borgo

La cittadina di Bertinoro è un tipico borgo medievale dell'Italia centro-settentrionale, posto sulle prime colline tra Forlì e Cesena.

Si sviluppa sul fianco del monte Cesubeo, protetta da una maestosa Rocca del X secolo e contornata da un impianto di mura, torri, palazzi e fortificazioni ancora oggi ben evidenti. Perdendosi per il selciato dei vicoli del centro, piacevolmente popolato da osterie e bistrot, l'atmosfera può farsi romantica, soprattutto nelle ore del tramonto.

Per la posizione privilegiata, in affaccio sulla riviera adriatica e sulle pianure orientali della regione, è nota con l'appellativo di "balcone della Romagna".



Il paesaggio

L’area bertinorese si estende dal monte Maggio, sul versante cesenate, alla località termale di Fratta, sul fianco meldolese, con la città artusiana di Forlimpopoli a valle e l'antica pieve di Polenta a monte.

Il paesaggio è contraddistinto da una moltitudine di rilievi e pendii che congiungono la valle del Savio a quella del Bidente. Tra vigneti e casolari, tra boschetti e corsi d’acqua, è facile osservare le tracce dello Spungone, una formazione geologica fortemente distintiva di questo tratto di Appennino. Sul terreno, si manifesta con tipici affioramenti calcarei di color ocra e di aspetto spugnoso, rivelando la sua natura sedimentaria, come eredità di antichi depositi site coque de telephone organici marini. Non è inusuale dunque imbattersi in resti fossili e frammenti di conchiglie.

Questo particolare profilo del suolo è alla base di eccellenti condizioni di fertilità, ben note e apprezzate da secoli, ma anche di un’evidente fragilità: ciò fa del circondario bertinorese un’area ad altissima vocazione vinicola, bisognosa di pratiche agricole consapevoli e sostenibili.



Crocevia di ospitalità

Bertinoro è una delle porte di Romagna, una storica tappa di passaggio per mercanti, viandanti e monaci: si trova infatti a pochi chilometri dalla via Romea Germanica, uno dei più importanti assi di comunicazione tra Roma e l’Europa centrale. Più localmente, intercettava le fitte relazioni economiche e sociali tra la Toscana e Ravenna, trovandosi a cavallo tra il bacino idrografico del Tevere, il delta del Po e le lagune venete.

Su questi tratti, Bertinoro ha costruito su di sé una forte reputazione di città degna e ospitale, rafforzata da eminenti testimonianze letterarie - su tutte, la Commedia di Dante - e iconicamente rappresentata nella Colonna dell’Ospitalità.

La Colonna, monumento duecentesco di grande valore simbolico, racconta anche un fatto storico notevole, uno slancio di concordia e civismo nell’irrequieta epoca delle signorie. Si fece erigere una Colonna, alla quale ogni casata fissò un anello in bronzo, non riconoscibile al forestiero; l’anello scelto dal viandante per assicurare la propria cavalcatura avrebbe indicato, per onorevole sorte, la famiglia che lo avrebbe accolto.



Città del vino

Da lungo tempo, un colorito susseguirsi di racconti e documenti celebra Bertinoro come città del buon vino, sconfinando talvolta nel leggendario. L'area bertinorese viene regolarmente registrata nei censimenti ottocenteschi come fortemente vocata alla vinificazione di qualità, in un connubio di fertilità e salubrità dell'aria, del terreno e delle sue acque.

Il vitigno distintivo di questa zona è l’Albana, in una particolare varietà considerata autoctona. L’Albana di Bertinoro produce un’uva a bacca bianca a grappolo lungo e spargolo, di un colore giallo intenso, dipinto d’oro e ambra. Se ne ricavano vini corposi e complessi, capaci al contempo di esprimere grande eleganza e finezza.

Questi caratteri di tipicità, sospinti dalla grande determinazione dei vignaioli del territorio, hanno consentito all’Albana di Romagna di diventare nel 1987 la prima DOCG italiana.

Negli ultimi decenni, Bertinoro ha avviato una forte valorizzazione del Sangiovese, gigante della viticoltura dell’Italia centrale, investendo in progetti agronomici ed enologici di grande coerenza con il terroir.

Vinificato in purezza o in blend con vitigni internazionali, sottoposto a raffinati passaggi in legno, portato ad appassimento: nuove energie stanno elevando il Sangiovese di Romagna verso una crescente attenzione dei wine lovers di tutto il mondo, sulla scia delle più altisonanti denominazioni toscane a base di questo vitigno, come Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Morellino di Scansano.